Dialetti

Il dialetto vallefreddano, ovvero di Vallemaio, presenta forte infiltrazione e commistione della parlata napoletana e ciociara-abruzzese, oltre a ricevere vocaboli di altre regioni. Vallemaio, olim Vallefredda, è uno dei paesi a sud dell’Italia centro-meridionale appartenuto, in passato, al Regno di Napoli e facente parte della provincia Terra di Lavoro. Il progresso tecnico sconvolge ogni tradizione e tanti vocaboli dialettali sono ormai caduti in disuso; quelli che ancora restano testimoniano certamente la storia della nostra gente. L’Associazione, pertanto, vuole stimolare i suoi soci e sollecita eventuali specialisti ad approfondire, con ricerche sul campo, il dialetto vallefreddano: un progetto educativo e culturale a cui, con questa premessa, si intende dare inizio. Si consiglia, come prima iniziativa, di raccogliere: filastrocche, poesie, canti, preghiere, proverbi, detti ed espressioni dialettali di una volta; per poi arrivare alla realizzazione di un vero e proprio vocabolario del dialetto di Vallemaio, con l’aggiunta di eventuali note di grammatica.

CANTI POPOLARI VALLEFREDDANI

Riportiamo alcuni dei più antichi canti popolari vallefreddani. Essi, in genere, riproducono ed esprimono l’eterno ritornello d’amore di tutte le plebi meridionali. La canzone, nata embrionalmente nella Campania felix, va sempre più qualificandosi nella Basilicata e raggiunge il massimo nella Calabria, in particolare nella zona della Sila dove diventa arte, sia come canto (canto orale), che come musica (pariglia di zampogne a chiave). Verso la fine del diciannovesimo secolo la musica venne innestata sull’organetto abruzzese, da allora divenuto, possiamo dire, nazionale. Le canzoni che seguono sono tra le più antiche pervenute ad oggi e rievocate vagamente solo da vecchiette ultraottantenni. Sono state raccolte seguendo un metro di canto come veniva accennato dalle stesse.

CANTO DELLA VIOLA
Il canto della viola, un lontanissimo sirventese, veniva cantato sulle aie durante le sere d’estate, quando i contadini, riuniti insieme, si dedicavano allo spoglio del granone.

Se incuntri la viola

E non la prendi

Quanno incuntri l’amore tuio

Non te parla.

Basta che la uardo

E gli uocchi n’fronte

Me dicono l’amore ch’essa me indenne

Ranno è l’amore e lu desiderio

Venga presto lo juorno che

Me starai accanto

L’amore che te porto

È tanto tanto

Che la mente meia

In tea se spegne e piange.


CANZONE D’AMORE
I seguenti versi sono una vera e propria canzone d’amore dove la donna, entrando in chiesa, pur con gli occhi rivolti a Dio, continua a pensare al proprio amore e se ne vanta.

Quanno traso in chiesa

Avvascio la fronte

Gli uocchi votati a Dio

Glio coro all’amante

Degli peccati miei

Dio m’assolve

Dell’amore mio

Io me ne vanto


STORNELLO A DISPETTO
E’ un canto a dispetto contro l’innamorata infedele. L’animo dell’amante cerca parole per vendicarsi della donna che lo ha lasciato per altri, forse più belli.

Bella figliola

Co sto petto liscio

Non te fa manià

Da tanti bardasci.

Fatte manià da me

Che so più intisto

Te faccio fa no figlio

Masto d’ascia.


LAMENTO DI DONNA
Il canto esprime il risentimento e lo sfogo della donna che è stata abbandonata dal proprio fidanzato per le maligne insinuazioni altrui; chiede vendetta contro costoro con l’augurio che questi paghino di persona lo stesso danno che è stato subito da lei.

Glio sole ce se misso a calatore

È Ninniglio mio che conta l’ora

Conta l’ora e conta gli minuti

Ca è glio meglio amore mio C’aggio perduto.

L’aggio perduto pelle parole altrui

Maledette le voci e maledetti inganni

Io so pulita ma gli danni

Li possono pagare con lo suio.


VOCABOLI CHE STANNO PER CADERE IN DISUSO O GIÀ CADUTI

( ARCAISMI)

A

Addovièglio, da nessuna parte, dove tu voglia;

Agliarolo, orzaiolo;

M

Massèra, stasera;

B

Bommèspra, buon vespro, buon pomeriggio

Benerìca, benedica;

N

Nfògnè, bagnare, mettere in acqua;

C

Crài, domani;

Carevùnciolo, foruncolo;

O

Occarapièrto, bonaccione;

D

Dammaggio, danno,

Derìtto, dritto;

P

Pazziarieglio, giocattolo;

E

Entragne, visceri, intestini;

Essaccìso, accidenti;

Q

Quagliata, cagliata;

Quìneci, quindici;

F

Fravocatore, muratore;

Farrasèo, farabutto;

R

Raorigno, granturco;

Repezzà, rattoppare;

 

G

Genitùri, genitori;

Gesucrìglio, Gesù Cristo

S

Scartèglio, gobba;

Sàrcina, fascio di legna;

H

T

Trasì, entrare,

Tannu, allora, a quel tempo;

Tafanaro, sedere, natiche;

I

Itèrza, ieri terzo, avantieri, ieri l’altro;

U

Utraturo, luogo dove il maiale si bagna

Utrà, insudiciare;

Uto, gomito

L

Lamia, soffitto;

Laniaturo, matterello;

V

Vèrta, valigia, bisaccia;

Z

Zeffonnà, sprofondare;

lavori a tombolo

lavori a tombolo